Ristrutturazione del sistema delle fontane storiche ai fini di attività di riabilitazione in collegamento con il giardino polivalente al servizio della collettività
L’intervento fonde in maniera evidente le istanze terapeutiche e sociali con quelle della valorizzazione monumentale, che qui si traduce nella restituzione di un bene culturale alla collettività.
L’intervento si concentra sulla realizzazione dei due viali che disegnano la geometria del parco: il viale longitudinale e quello trasversale.
Il viale centrale è l’elemento regolatore principale, certamente presente fin dai tempi della progettazione seicentesca; asse visuale primario, misura lo sviluppo del giardino e lo aggancia al paesaggio rurale di contorno, che si stende al dilà del muro di cinta.
Questo viale centrale è enfatizzato dalle maggiori dimensioni che gli vengono assegnate rispetto al viale trasversale ed è sottolineato o meglio tracciato dal sistema delle fontane. Non solo una passeggiata, dunque, ma anche una via d’acqua.
La prospettiva lineare è tracciata tra due vasche storiche, che dal seicento segnano le estremità dell’asse centrale: la fontana monumentale (una mostra delle acque) a ridosso del fronte principale di palazzo Altieri e, da parte opposta, la vasca-laghetto che termina il percorso d’acqua.
Il flusso d’acqua che percorre il parco è, sia nella concezione storica che nel recupero attuale, sorgente di molteplici significati: la ricerca estetica, perché la bellezza è fonte di piacere e di salute e perché la bellezza è un diritto di tutti; la spiritualità, perché l’acqua è fonte di vita così come elemento naturale primario; la socialità e l’intrattenimento, occasionato dai giochi d’acqua e dal ripristino dell’attività di pesca, un passatempo che trovava spazio già nel giardino storico.
Tutti questi aspetti, il viale come passeggiata, il viale come mostra d’acqua, il viale come luogo ludico ed emozionale sono stati ripresi a tutto tondo nel progetto attuale di risrutturazione.
La passeggiata
Il percorso viene ridisegnato sul sedime e sulle poche tracce ancora visibili di quello che era il viale centrale seicentesco; l’asse è lo stesso, i dislivelli sono mantenuti.
Ne viene ridefinita la dimensione e rafforzata la prospettiva (allo stato attuale indebolita dall’assenza di bordi, dalla vegetazione irregolare e dalla mancanza di pavimentazione). Se il punto prospettico di partenza era e rimane la fontana di palazzo (inevitabilmente fuoco dell’asse visivo centrale), il viale come percorso-passeggiata inizia ai piedi della breve scalinata che segna il salto di quota tra il piazzale a monte, che serve il palazzo, e l’estensione del giardino.
L’incrocio centrale, il suo impianto circolare e l’arredo che lo marca non è solo determinato dal disegno dei quattro quadranti ma è utile per creare una pausa nel lungo sviluppo del viale, altrimenti eccessivamente monotono.
L’incrocio rimane sottolineato anche dai quattro grandi alberi esistenti (pino marittimo), conservati a circondare la rotonda che in questo modo diventa perno visivo e funzionale del giardino.
Alberature ad alto fusto accompagnano allo stato attuale il viale, in due filari ai lati; in questa fase se ne prevede la conservazione, benché si ritenga necessario arrivare a un intervento di riordino, integrazione, riallineamento e forse sostituzione degli individui arborei, per una migliore definizione della prospettiva – intervento per ora rinviato a un’azione successiva.
Il progetto ha previsto di accompagnare ai lati e per l’intera lunghezza tutto il viale principale, così come quello trasversale, con una bordura continua formata da siepe di bosso di nuovo impianto. La siepe sarà trattata secondo i canoni dell’arte topiaria dei giardini storici, bassa e squadrata: marcherà i percorsi e renderà ancora più evidente la geometria dei quattro quadranti del giardino.
Per la pavimentazione dei viali si è intervenuto con una finitura di calcestruzzo architettonico. Questa finitura è realizzata con ghiaietto fino in impasto color sabbia: è stata scelta perché richiama la finitura tradizionale in ghiaia sciolta dei vialetti tipici del giardino all’italiana, con il vantaggio di offrire una superficie liscia e continua favorevole al transito di sedie su ruote e priva di ostacoli. E’ inoltre una pavimentazione durevole e di facile manutenzione. La pavimentazione è interrotta da lastre di pietra chiara in corrispondenza di tutti gli innesti (incroci, rotonda, piazzola di valle e raccordi di tutti i sentieri dei quadranti).
La via d’acqua
Il progetto della via d’acqua recupera e rifunzionalizza quella parte di giardino seicentesco che sappiamo essere stata ricca di effetti scenografici: fontane, vasche, zampilli, giochi d’acqua, sistemi idraulici complessi.
Di questo sistema storico conserviamo l’evidenza nelle due vasche opposte, alle estremità del parco, descritte nel capitolo iniziale.
La volontà di valorizzazione di questo bene culturale formato dal complesso del palazzo con il giardino comporta la previsione del restauro e ripristino dei manufatti storici: molto complesso e impegnativo quello della fontana di palazzo, con il suo prospetto monumentale in laterizio, incastonato nella facciata architettonica; piuttosto complesso anche il recupero della vasca di valle, della quale rimane solamente un rudere, sia pur leggibile nell’impianto.
L’impegno per la rivitalizzazione di queste fontane ha coinvolto anche la ricostruzione dell’impianto idraulico che le alimenta: l’acqua è perciò di nuovo una presenza visibile lungo l’asse centrale del giardino.
Di più: la presenza dell’acqua sarà accentuata quanto più possibile, non solo per richiamare ciò che erano i giochi d’acqua nel parco storico ma anche per farne un percorso sensoriale, per renderla elemento percepibile e godibile da tutti gli ospiti della struttura.
Il nuovo circuito idraulico ha creato condotti di andata e ritorno lungo l’asse centrale, supportati da pompe.
Il circuito ha consentito di inserire una terza fontana al centro del viale: l’intento è prima di tutto quello di evidenziare al massimo la presenza dell’acqua, come si è già detto, ma anche di sottolineare questo punto, perno del giardino, introducendo un altro manufatto, dal valore estetico e sensoriale.
La fontana vuole essere un oggetto che parla ai sensi: attraente alla vista per foggia e colori, materica perché offre al tatto superfici diverse, lisce e rugose senza dimenticare la possibilità di toccare l’acqua, sonora per il chioccolare dello zampillo e per il leggero ruscellìo dei canaletti vicini. In poche parole, è una presenza percepibile anche da coloro che hanno menomazioni di vista o di udito.
Non solo fontane, però: come abbiamo detto prima, il progetto è quello di una via d’acqua e di un percorso sensoriale che segue il flusso dell’acqua.
Per questo motivo, si è voluto dare evidenza allo scorrere dell’acqua per tutto il viale centrale, lasciando a vista alcuni tratti della conduttura idraulica che collega le fontane.
Chi percorre il viale segue un filo blu che gli fa da guida, si accorge del meccanismo e del collegamento tra le parti. E’ un gioco percettivo anche questo.
I tratti di canaletta sono stati coperti da griglie metalliche a raso pavimentazione: hanno forature che permettono di vedere l’acqua al disotto e un disegno che richiama lo scorrere del flusso.
Le tre istanze – terapeutica, sociale, culturale – che improntano l’idea progettuale sono dunque ben evidenti.
La costruzione dei viali, con la via d’acqua centrale, ha permesso l’implementazione di attività all’aria aperta di alto valore percettivo ed emozionale; il parco, che è già aperto alla comunità locale, alle famiglie, ai bambini della scuola materna, rafforza attraverso questo intervento la sua identità di luogo sociale, godibile in maniera allargata e condivisa. Il recupero delle fontane e il riassetto dei viali secondo un impianto che richiama il disegno del giardino rinascimentale e barocco all’italiana restituisce al palazzo e al territorio un bene culturale di alto valore artistico e un importante tassello della sua storia.